martedì 5 aprile 2011

Rosso Made In Italy

Signore...e Signore...ecco a voi la storia di Valentino.

Valentino

Il domatore del rosso


 
Mischiando su tavolozza 0% ciano, 100% magenta, 100% giallo, 10% nero si ottiene un colore ferino, carico di pungente sensualità, un rosso che prende il nome dal suo unico domatore: Valentino Garavani. L’amore dello stilista per il rosso è scoccato a prima vista: erano rossi gli scampoli sparsi per il negozio di passamaneria della zia Rosa che il piccolo Valentino prediligeva, erano rossi i costumi di scena dell’Opera di Barcellona da cui rimase folgorato alcuni anni più tardi, così come sono sempre stati rossi gli abiti cammeo che hanno siglato il suo stile, divenuto leggendario, anno dopo anno fino ad oggi.

Aveva 17 anni Valentino Clemente Ludovico Garavani quando lasciò Voghera per andare a completare gli studi di moda a Parigi. La sua velocità nello schizzare i bozzetti impressionò Jean Dessès con cui collaborò fino al 1955, per poi passare nel laboratorio di Guy La Roche. Due anni più tardi decise di tornare in Italia, a Roma, per aprire con il padre un atelier in via Condotti. La sua prima collezione passò completamente inosservata - unica eccezione che conferma una regola di indiscutibile successo – ma la seconda, presentata a Palazzo Pitti nel ’62, scatenò un clamore sensazionale. Valentino, ultimo stilista dell’ultima giornata di sfilate, fu salutato dal pubblico e dalla critica con un applauso scrosciante, spontaneo, talmente definitivo da non lasciare ombra di dubbio: nel mondo della moda era nata una stella di rara brillantezza.

Da allora le ovazioni si susseguirono puntuali in tutti i più importanti parterre della moda internazionale, mentre le dive di Hollywood, ammaliate dalla raffinatezza del giovane prodigio italiano, andavano matte per quei modelli che impreziosivano la loro femminilità e li sfoggiavano volentieri nelle occasioni pubbliche. Erano gli anni ’60 e le clienti di Valentino si chiamavano Principessa Margaret, Farah Diba, Liz Taylor o Jackie Kennedy Onassis (il cui abito in pizzo avorio rimane il più copiato dalle spose di tutti i tempi). Valentino occupava le copertine dei rotocalchi e dei più importanti magazine del settore, nel ’67 gli venne conferito a Dallas il premio Neiman Marcus e nel ’71 posò per un ritratto firmato Andy Warhol. Fondamentale la figura di Giancarlo Giammetti, l’amico intimo di Valentino, che è rimasto al suo fianco per 45 anni nel ruolo di manager e responsabile delle strategie di comunicazione. Nel 1968 nacque il logo V, simbolo di una classe intramontabile, che ha mantenuto autorevolezza nonostante i cambiamenti, che hanno spesso snaturato il concetto di bellezza nel corso degli anni. La sua strenua ricerca di perfezione e qualità è rimasta tale anche quando nel 1978 la maison ha firmato un accordo con il Gruppo Finanziario Tessile per la produzione industriale.

Esempio perfetto dell’”high living”, Valentino vive con alcuni amici fidati e con i suoi inseparabili carlini, in un castello settecentesco circondato da un giardino all’italiana nelle vicinanze di Parigi. Insignito dei più importanti riconoscimenti sia da parte degli organi istituzionali che dalle camere della moda internazionale, lo stilista ha fondato l’Associazione LIFE, per la lotta contro l’AIDS, dimostrando l’aspetto generoso e umano della sua natura, proverbialmente schiva e riservata. Nel 1998 il marchio è stata venduto alla Hdp, la holding di Marco Romiti, nel 2002 è stata rilevato dal Gruppo Marzotto, ed è entrato in borsa nel 2005. Nel 2007 il fondo di private equity Permira, guidato dall’amministratore delegato Gianluca Andena, è divenuto azionista di maggioranza della maison.

L’addio di Valentino al mondo della moda è avvenuto nel settembre del 2007. In occasione della celebrazione dei 45 anni della griffe, simbolo d’eccellenza dello stile italiano nel mondo, Valentino ha annunciato che preferiva andarsene in quel momento esatto, quando cioè nella splendida cornice romana del Tempio di Venere la musica suonava, gli illustri invitati continuavano a danzare e la festa era nel pieno del suo splendore. Il difficilissimo compito di sostituirlo alla direzione creativa è stato affidato senza alcuna esitazione ad Alessandra Facchinetti, ex braccio destro di Tom Ford da Gucci. La trattativa è durata pochi minuti, forse la più breve della storia della moda:
“Lei ha visto i miei disegni?” ha chiesto Valentino alla giovane Alessandra.
“Altroché”, ha risposto lei.
“Allora, prenda un dettaglio e lo faccio suo”.
Nella collezione-debutto di Alessandra presentata a marzo 2008 il rosso c’era...ma forse è mancato qualcos'altro. Appena conclusa la seconda sfilata firmata da Facchinetti per la stagione PE 2009 è stato annunciato il precoce divorzio tra Alessandra e la Valentino Spa "a causa di differenze", come ha motivato la dirigenza della maison.

Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, già a capo dell'atelier accessori e delle collezioni Red Valentino, sono subentrati al ruolo di Direttori Creativi.

Laura Ghisellini

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